(1992) per flauto e live computer [CD Edipan PAN 3051] [9’ 46”]
Prima esecuzione assoluta: Festival Spaziomusica, Cagliari, dicembre 1992
Flauto: Riccardo Ghiani
Regia del suono: Roberto Doati
Commissione Spaziomusica
L’opera, scritta per Riccardo Ghiani su commissione di SpaziomusicaRicerca (Cagliari, 1992) è concettualmente divisa in tre parti. La prima ha un carattere “primordiale”. Attraverso modalità esecutive che privilegiano il rumore (slap, jet whistles, ruggiti, tongue ram), emergono le componenti base della macchina flauto (strumento + esecutore): il tubo sonoro, il soffio, il respiro, ecc. Il computer viene usato per modificare, senza snaturare, i suoni del flauto, in particolare con dilatazioni/compressioni temporali e trasposizioni di altezza.
Le due nature, suoni di flauto e suoni sintetici, evolvono nella seconda parte seguendo un percorso “culturale” che è loro proprio: il flauto esegue dapprima segmenti microtonali, poi trilli timbrici su più ampi intervalli melodici e infine suoni multifonici. I suoni sintetici, timbricamente sempre più complessi, evidenziano le differenze, soprattutto prosodiche, con lo strumento acustico.
Infine la terza parte (una forma aperta?) vede l’apparizione di nuove “nature” sorte dall’incontro dei due mondi sonori: l’acustico e l’elettronico. Con una sorta di Live Electronics simulato (tutti i suoni del computer sono trattamenti in tempo differito dei suoni che il flauto produce dal vivo) la composizione si conclude in una “atemporalità” articolata con grandi pause.
Nell’anno delle celebrazioni della “scoperta” dell’America, la donna del titolo è una donna india che si difende da quello che crede essere solo l’annuncio di un temporale: è invece lo spietato avanzare degli “dei bianchi” scandito dal tuono dei loro cannoni.