(1999) per violino, bastoni della pioggia, elettronica e sistema interattivo [12’ 30”]
Prima esecuzione assoluta: Auditorium Montale del Teatro Carlo Felice, Genova, 11 maggio 1999
Violino: Marco Rogliano
Regia del suono: Roberto Doati, Alvise Vidolin
Sistema interattivo: Antonio Camurri, Matteo Ricchetti
Realizzata con una borsa della Bogliasco Foundation presso il Centro Ligure per le Arti e le Lettere
L’idea del lavoro, realizzato durante una residenza offertami dalla Fondazione Bogliasco (Centro Ligure per le Arti e le Lettere), nasce dall’ammirazione di certa pittura monocromatica statunitense: strati successivi di pittura (diversi i materiali, le tecniche) danno origine a una superficie che fa scomparire la materia e può venire percepita come scultura, oppure come composta di tonalità cangianti in funzione dell’incidenza della luce sul colore.
Mi colpiscono le piccole deflagrazioni percettive determinate da una forte astrazione.
Come spesso avviene per la realizzazione delle mie opere, anche per bastone armonico ho scelto materiali sonori che racchiudessero sia elementi concreti, “terrestri”, che elementi astratti, “celesti”. Ho cercato di realizzare un’idea di superficie monocromatica trattando i suoni impulsivi di un palo de lluvia (bastone da pioggia), strumento tipico della cultura india di tutto il Sud America. Questa monocromia granulare costituisce la totalità della parte elettronica, mentre il violino produce esclusivamente suoni armonici che, talvolta con originali tecniche d’arco, tendono a immergersi nella superficie elettronica. Un ulteriore strumento che concerne il processo di sviluppo unitario di “natura” e artificio, è la doppia equalizzazione del violino. Durante l’esecuzione la regia del suono può decidere liberamente quando e in quale misura mescolare violino naturale e violino “elettrico”.
Il sistema interattivo (ad libitum) mette in relazione i gesti del violinista con la parte elettronica. Con l’ausilio di microtelecamere (solo per la prima esecuzione assoluta, poi sostituite da un bracciale con sensore costruito da Matteo Richhetti) e microled vengono rilevati lo spostamento della mano sinistra lungo il manico e l’angolo di incidenza dell’arco sulle corde, parametri che determineranno durante l’esecuzione la distribuzione e lo spostamento del suono su otto altoparlanti. Inoltre la distribuzione del peso del corpo del violinista su due pedane analogiche sensibili alla pressione controllerà la dinamica.
Il sistema è stato realizzato dal Laboratorio di Informatica Musicale del DIST (Università di Genova) presso la Fondazione Teatro Carlo Felice, con la collaborazione di Antonio Camurri e Matteo Ricchetti. A loro e al mio maestro di sempre, Alvise Vidolin, che ha realizzato l’ambiente esecutivo il linguaggio MAX, va la mia gratitudine. Grazie a Xavier Serra per il suo SMS e a Davide Rocchesso per il suo BaBo, programmi che, insieme a Csound, ho utilizzato per le trasformazioni del bastone da pioggia. Formalmente l’opera segue 12 di 63 disegni generati dal computer di cui mi ha fatto dono l’amico Gianni Revello; una parte di essi è stata elaborata dal programma GraphSco di Riccardo Bianchini per l’estrazione di parametri musicali.
«Ogni musica che non dipinge nulla è un rumore» e se questa non è rumore lo devo alle pennellate precise e ai colori del violino di Marco Rogliano: senza la sua guida esperta non avrei potuto scriverla.
Sono infine debitore nei confronti di Franco Avicolli, poeta di terre astratte a cui debbo la scoperta dei diluvianti suoni e durevoli amicizie in terra argentina. A lui desidero dedicare bastone armonico.