(1990-91) per suoni concreti e sintetici [CD Twilight 07 02] [4’58”]
Prima esecuzione assoluta: IX CIM, Auditorium Montale del Teatro “Carlo Felice”, Genova, 14 novembre 1991
Attraverso un percorso casuale (il gioco) ricevo come vincita da un amico cageano 70 viti da legno, che rappresentano la sua visione del compositore di musica sintetica.
Come le viti inserite fra le corde del pianoforte preparato di Cage, in quest’opera 70 difoni della lingua italiana sono stati gridati sulle corde di un pianoforte, dando vita a risonanze che, grazie alla modalità di produzione, presentano un carattere vocale.
Questo materiale, naturale o trasformato da filtri, trasposizioni e missaggi complessi, è affiancato da suoni sintetici scelti in uno spazio timbrico i cui estremi sono rumore colorato e spettri quasi armonici.
La forma ricalca 4’33” di John Cage. Essa è infatti costituita da tre parti della stessa durata di quelle del famoso pezzo di “silenzio”. La prima è un unico grande crescendo di materiali omogenei. La seconda è un movimento centripeto: l’articolazione interna degli ultimi suoni evoca quella formale dell’intera parte (da una grande densità di materiali non omogenei a una rarefazione desolata). Nella terza parte suoni concreti (risonanze di pianoforte, difoni) e suoni sintetici si fondono e si trasformano fino a divenire creature timbricamente ambigue.
All’interno di ogni sezione il materiale è stato ordinato utilizzando programmi, appositamente realizzati, di generazione pseudo-casuale degli eventi sonori. Ciascun programma è progettato per produrre organizzazioni formali specifiche: sequenze o cluster di suoni molto brevi, fasce che possono essere anticipate e/o seguite, come una sorta pre-eco o di eco, da suoni che di esse fanno parte, strutture di suoni collegati fra loro da glissandi, sequenze molto rarefatte di suoni lunghi. Nella generazione delle diverse strutture i programmi consentono un certo margine di “scelta”, principalmente in ordine a densità e durata media dei singoli suoni.