(2018) musica elettroacustica [13’43”]
Commissione: Flaubert Revue critique et génétique
Enfoncer une porte ouverte rappresenta l’inizio (Parte prima, capitoli 1-4) di un più lungo lavoro su Madame Bovary commissionatomi da Bruna Donatelli, per “Flaubert en musique”, numero 21 della Flaubert Revue critique et génétique da lei curato.
Sappiamo che per Flaubert testo e suono (scrittura e lettura) non erano due entità separate. Infatti era uso leggere ad alta voce i suoni manoscritti (Στέντορι εἰσαμένη μεγαλήτορι χαλκεοφώνῳ, ὃς τόσον αὐδήσασχ᾽ ὅσον ἄλλοι πεντήκοντα[1]). Grazie a questa pratica, che chiamava gueuloir[2], era in grado di valutare la qualità delle proprie frasi in base alla loro sonorità: “Plus une idée est belle, plus la phrase est sonore; soyez-en sûre. La precisión de la pensée fait (et est elle-même) celle du mot”[3]. Ho quindi chiesto alla mia lettrice (Marie Gaboriaud) di leggere non la versione pubblicata di Madame Bovary, ma il manoscritto più o meno finale, con le sue cancellazioni e ripensamenti. Il testo è da me animato con oggetti sonori la cui sorgente non è necessariamente riconoscibile, spesso usando tecniche di convoluzione, ma è sempre derivante da suoni menzionati o evocati nel libro. L’idea è di dare vita a quello che definisco un ‘paesaggio immaginario’ dove i suoni assumono il carattere di protagonisti di una messa in scena.
Sono profondamente debitore a Bruna Donatelli per avermi guidato con sapienza e originalità nel mondo di Flaubert. Spero possa trovare in questo mio lavoro molte sue ‘perle’ legate fra loro in una, seppur non finita, collana musicale.
[1] “in figura di Stèntore, cuore grande, voce di bronzo, che tanto forte gridava quanto cinquanta degli altri”, Omero, Iliade, V, 785, versione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, 1950.
[2] Michael Fried, Flaubert’s ‘Gueuloir.’ On ‘Madame Bovary’ and ‘Salammbô’, Yale University Press, 2012.
[3] Lettera a Mlle. Leroyer de Chantepie, 12 dicembre 1857.